Il Golem di Praga

In aramaico la parola Golem significa “materia inerte”.

In sintesi la creazione di un Golem ha i seguenti Vantaggi e Smantaggi.

VANTAGGI

SVANTAGGI

Il Golem prende vita dal nome di Dio o da altre lettere (con valore e significato particolare) che gli vengono o scritte in fronte o, scritte su un foglio, infilate in bocca, o nel petto; col procedimento inverso è possibile invece farlo 'morire', togliergli vita e movimento.

Il Golem e la sua leggenda hanno origini molto più antiche di quanto si possa immaginare.
Il termine fa la sua prima apparizione nella Bibbia (antico Testamento, Salmo 139, 16) per indicare una massa ancora priva di forma, ed è presente nei libri fondamentali della mistica ebraica, lo Zohar (Il libro dello splendore) del XIII secolo, e il Sefer Jezira (Il libro della creazione).

La leggenda più nota è quella ambientata nel ghetto di Praga che attribuisce la creazione del Golem al Rabbi Jehuda Löw ben Bezalel, ai tempi dell'Imperatore Rodolfo II, cioè alla fine del '500 - inizi del '600.


 

La Foto rappresenta la lapide nella tomba del Rabbino Rabbi Jehuda Löw ben Bezalel nel cimitero ebraico di Praga.

 

 

La leggenda del Golem di Praga deriva in realtà della saga polacca del Rabbi Elija Ba'al Schem di Chelm, che a posteriori, cioè nel '700, venne attribuita al rabbino di Praga: in questa versione il Golem era un protettore del popolo ebraico dalle persecuzioni.
Il motivo dell'attribuzione a posteriori della creazione del Golem al rabbi nella Praga di Rodolfo II fu probabilmente la diffusa atmosfera di celebrazione e mitizzazione della figura dell'Imperatore (e del Rabbi Löw stesso) durante il '700: cultore di scienze occulte e protettore degli ebrei egli aveva condotto nei loro confronti una politica illuminata dando inizio ad un periodo di espansione e fioritura delle loro attività.

 

 

Il Golem di Praga

Nel XVI secolo, durante il regno di Rodolfo II, viveva a Praga un vecchio ebreo di nome Rabbi Judah Loew. A quel tempo, gli ebrei a Praga vivevano nella paura in quanto vittime di continue aggressioni. Rabbi Loew decise di proteggere gli ebrei dal massacro dando vita al Golem, un gigante che secondo la Cabala poteva essere generato dall'argilla che si trovava sulle rive della Moldava. Seguendo i rituali prescritti, il Rabbino creo il Golem e lo porto in vita recitando uno speciale incantesimo in ebraico. La parola "emet" (verità) fu posta sulla fronte del gigante d'argilla.

Il Golem avrebbe obbedito ad ogni ordine del Rabbino e avrebbe aiutato e protetto la popolazione del Ghetto ebraico. Col tempo il Golem si fece sempre più grande ma anche sempre più violento e comincio ad uccidere e a spargere il terrore. Al Rabbi Loew venne promesso che la violenza contro gli ebrei sarebbe cessata se il Golem fosse stato distrutto. Il Rabbino acconsenti. Eliminando la prima lettera dalla parola "emet", facendola così diventare "met" (morte), venne tolta la vita al Golem. Secondo la leggenda, il Golem fu riportato di nuovo in vita dal figlio del Rabbi Loew e potrebbe ancora oggi vegliare su Praga.

 

    Foto della sinagoga di Praga.

 

Il Golem, costruito privo di soffio vitale da una immota massa di fango, veniva animato tracciando sulla sua fronte i segni ALEPH, MEM e THAU: i segni ebraici che compongono il nome cabalistico di Adamo. Per il Talmudista il Golem derivava direttamente dalla creazione del primo uomo (si osserva che la parola Golem, nella Bibbia, si incontra una sola volta, in un passo dei Salmi, mai del tutto chiarito).

Secondo altra tradizione – come è noto l’ebraico non reca vocalizzazione - la lettura dei segni dovrebbe essere EMET (cioè “verità”). 

In un caso come nell’altro, cancellando il segno ALEPH, il Golem, come un Robot improvvisamente disattivato, si decomponeva. Le lettere restanti (Mem e Thau che si pronunciano METH) corrispondono alla parola morte. 

Il rabbino Loew (vissuto a Praga tra il 1520 ed il 1609) avrebbe creato il Golem come creatura autonoma; ma non possiamo dimenticare che, già nel 1508 il rabbino Salomon ibn-Gabirol aveva dato vita ad una versione del Golem al femminile.

Riporto qui sotto delle immagini cinematografiche che riportano l'ipotetico aspetto del Golem di Praga.

                      

Uno dei problemi più diffusi dei Golem era riferito alla loro smodata crescita che li portava spesso ad una sorta di ribellione o comunque uno stato in indifferenza rispetto al rispettivo creatore. Era in quel momento che il creatore doveva elaborare una strategia per riuscire a distruggerlo.

Quella del Golem è un'antichissima leggenda ebraica sul mito dell'uomo artificiale creato da un altro uomo. Naturalmente questo atto è una sfida a Dio, un tentativo di impossessarsi della sua forza creatrice, il che genera la punizione, che arriva proprio tramite la creatura. La creazione avviene attraverso la costruzione di un simulacro di elementi naturali, la terra, che prende vita grazie a formule magiche.
Il Golem nasce come servitore e aiutante dell'uomo, è solitamente muto, imperfetto, privo della possibilità di creare un altro Golem. La leggenda è del tutto parallela alla creazione di Adamo da parte di Dio e presenta analogie fortissime con numerosi altri miti che si possono considerare varianti nate in contesti storici differenti.

 

Fortunantamente nessuna leggenda narra di un uomo che in qualità di creatore pretese di dire ai Golem "andate e moltiplicatevi" donando al simulacro questa facoltà chiaramente umana, perchè questo potrebbe significare la fine del dominio umano sul pianeta.

                      

Nelle foto ci sono alcune suggestive foto di Praga, come si può notare infondono un certo misticismo.

 

Così scrive Gershom Scholem:

"Dio ha creato tutte le cose per mezzo delle trentadue 'meravigliose vie della sophia'. Queste vie sono costituite dai dieci numeri originari, qui chiamati sefirot, che sono le potenze fondamentali dell'ordine della creazione, e dalle ventidue lettere, cioè dalle consonanti, che sono gli elementi di base di tutto il creato"

Gershom Scholem, Il Nome di Dio e le teoria cabbalistica del linguaggio, Adelphi, Milano, 1998, trad. di Adriano Fabris, p. 30

 

Il romanzo di Meyrink

Nell'opera di Meyrink il Golem non è un uomo d'argilla come quello creato dal Rabbi Löw all'epoca di Rodolfo II, bensì un fantasma, un'ombra che ogni 33 anni si aggira per il ghetto sconvolgendo i suoi abitanti. Della sua esistenza nessuno è certo, così che lo si può vedere anche in senso psicanalitico come materializzazione dei timori di coloro che credono di averlo visto, o come rappresentazione del 'doppio'. Un romanzo moderno quindi, di stampo novecentesco, distante dalla Praga medievale cui rimanda invece il Golem della tradizione.

nell’area del “Triangolo della Magia” (Praga, Torino, Londra), si sono create moltissime leggende. Qui risedettero rabbini, alchimisti ed esperti di Kabalah.

Varianti: L'homunculus.

Affermava Paracelso: "Se il seme umano, chiuso in un'ampolla di vetro sigillata ermeticamente, viene seppellito per quaranta giorni in letame di cavallo e opportunamente magnetizzato, comincia a muoversi e a prender vita. Dopo il tempo prescritto assume forma e somiglianza di essere umano, ma sarà trasparente e senza corpo fisico. Nutrito artificialmente con arcanum sanguinis hominis per quaranta settimane e mantenuto a temperatura costante, prenderà l'aspetto di bambino nato di donna, ma molto più piccolo. Chiamiamo un tale essere homunculus e può essere istruito ed allevato come ogni altro bambino fino all'età adulta, quando otterrà giudizio e intelletto ...". 

 

Ma neppure lo homunculus di Paracelso aveva diritto di primogenitura. Secondo la antica Magia esisteva un altro metodo per produrre l'Homunculus e consisteva nell'impiego della radice di mandragora che, appena estratta dalla terra, ha la forma di un ometto.

Si affermava che la radice di mandragora, cui si accreditavano virtù magiche e curative, se si sviluppava sotto il corpo di un impiccato, colta da un cane nero durante l'ora buia che precede l'alba, lavata e nutrita con latte e sangue si trasformava, appunto, in homunculus.

Ed ancora: un homunculus sarebbe stato ottenuto da David Christianus, professore all'Università di Giessen da un uovo di una gallina nera.

 Qualunque fosse la formula e l’origine dello homunculus nella sostanza si trattava di un minuscolo servitore dalla intelligenza sovrumana, messa al servizio dei maghi e degli alchimisti nelle loro difficili ricerche. 

Golem ed Homunculus, dunque: esseri artificiali con mansioni di custode o di lavoratore a costo zero. La fantasia così anticipa il tecnologico Robot, creatura letteraria creata, per la prima volta, nel 1929 da Karel Capek nell'opera teatrale satirica R.U.R. (Rossum's Universal Robots). Il termine indicava uomini meccanici efficienti quanto privi di personalità (anche nell’ambito dei Robot esiste un illustre precedente perché si narra che già nel '200 Alberto Magno si servisse di un uomo meccanico d'ottone). 

Qual è il significato del Golem? Ovviamente, nel pormi questa domanda escludo la possibilità di una realtà storica: a mio avviso il Golem (o uno qualsiasi dei Golem di cui è infarcita la leggenda) non venne mai creato, come non venne mai dato vita allo Homunculus o alla radice di Mandragola. Ritengo ovvio che tentativi in quella direzione vi furono, ma mi sento tranquillamente di escludere che, fuori dei casi in cui la “creazione” dette vita a provate strutture meccaniche (come l’invincibile “giocatore di scacchi”), i tentativi andassero al di là dell’illusione o, peggio, delle turlupinatura per i gonzi. 

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